Giovedì 7 dicembre 2017

Alleluia.
Lodate il Signore nel suo santuario,
lodatelo nel firmamento della sua potenza.

Lodatelo per i suoi prodigi,
lodatelo per la sua immensa grandezza.
Lodatelo con squilli di tromba,
lodatelo con arpa e cetra;
lodatelo con timpani e danze,
lodatelo sulle corde e sui flauti.

Lodatelo con cembali sonori,
lodatelo con cembali squillanti;
ogni vivente dia lode al Signore.
Alleluia.

Non è facile dire A-Dio (se pure con quella sottolineatura che abbiamo imparato dal caro Didier Rimaud che riconsegna il salutarsi ultimo all’abbraccio affettuoso col Padre) a Don Marco. Certo non è facile per tutti coloro che lo hanno incontrato, che ne hanno conosciuto la dolce umanità o l’attenzione garbata.

Ma per Universa Laus è ancora più difficile. Perché la nostra associazione ha ricevuto, in cinquanta anni della sua affettuosa presenza, doni inestimabili.

Ha messo, sempre senza risparmio, il suo multiforme ingegno a servizio di noi tutti: non essendo mai solo prete, compositore, liturgista, arrangiatore, disegnatore ma, sopra ogni cosa, maestro ed esempio. Amico e compagno. Un gigante eppure esile e discreto, sempre in seconda fila, ad attendere che chi cercava risposte potesse trovarle da solo, sostenuto, indirizzato, accompagnato.

In questo forse sta la cifra più significativa del “nostro” Don Marco: il “formatore”, non solo per la sua infaticabile opera nei corsi estivi e nella rivista, ma anche colui che ha “dato forma” a un certo modo di comprendere e fare musica nell’azione liturgica. Senza mai stancarsi di ripartire dalle basi, ogni volta con la profondità e la leggerezza insieme di chi nonostante l’esperienza e la competenza ti sta accanto senza pregiudizi e sa accogliere e condividere lo stupore della scoperta.

Ognuno di noi ha certo ricordi intimi e privati, molti dei quali gustosi perché legati al suo umorismo raffinato ma non è certo il luogo per ricordarli; non solo perché per un carattere schivo e semplice come il suo forse già troppo è stato detto ma perché sicuramente troverebbe che questo discorso ha già eccessivamente rallentato il ritmo della celebrazione. E questo non ce lo perdonerebbe.

Grazie Don Marco.
A-Dio